martedì 7 luglio 2015

ARTIGIANATO, COMMERCIO E TOPOGRAFIA DI BENEVENTO NEL 700

Benevento, nel  700 D.C., godeva di un grande prestigio  artigianale e commerciale, grazie ad alcuni banchieri Toscani e Amalfitani. Essi, esercitando una florida attività, formarono a Benevento una vera e propria elitè del commercio con la partecipazione di nobili e borghesi locali. Infatti, in città, vi erano molte botteghe di : falegnami, chianche (macellerie), seterie, barberie, calzolai, fabbri,maniscalchi, drogherie, ortolani, cestai, orefici ed altri.
Nella stessa epoca Benevento ospitava una comunità Ebraica che aveva il suo ghetto fra l'attuale Rocca dei Rettori e Piazza Piano di Corte con esperti tessitori che producevano manufatti. In quel periodo la città aveva un limitato territorio, formato da circa cinquantadue miglia quadrate, comprendente dieci Casali: Pastene, Montorso, Maccoli, Bagnara, Perrillo, Sciarra, San Leucio, Maccabei, Motta e Pianelli, San Marco al Monte e Sant' Angelo a Cupolo. Le zone più popolate della città erano Plano Curie (Piazza della Curia) e Burgo Portae Rufinae ( Borgo di Porta Rufina), vi erano inoltre, la Platea de Conzatoribus
(Piccola Piazza dei Conciatori), la Platea Publica recta (oggi Piazza Duomo), la Platea Publica Maior (All'altezza di Santa Sofia), la Platea in Parrocchia S. Spiritus ( Piazza Cardinal Pacca o Santa Maria), la Platea dei Calderari ( Piaza San Filippo), La Platea Episcopii ( Piazza Orsini), oltre alle vie e i Pontili (Porticati) nei quali affacciavano le botteghe. Famoso  era il Pontile de Aurificibus ( degli orefici) a via Traiano.
Il Centro Commerciale della città era piazza Duomo che arrivava fino all'odierna Piazza Papiniano sulla Strata Publica Recta Maior (oggi Corso Garibaldi).
Il Mercato Pubblico si svolgeva ad Portam Gloriosa, cioè all'incrocio di via Posillipo con Corso Vittorio Emanuele, mentre nell'atrio del Duomo si vendeva la frutta e gli ortaggi, prodotti sui terreni ecclesiastici, gravati della Decima, una tassa che consisteva nel prelevamento di un decimo del reddito, essa all'inizio veniva versata volontariamente e poi in forma obbligatoria, come contributo del fedele alla propria Parrocchia, coloro che non potevano pagare la Decima per povertà godevano ugualmente dei benefici religiosi, ma chi non era povero e si rifiutava di pagare veniva Scomunicato. Il Rettore e la Curia avevano la loro sede nell'attuale Curia, mentre gli uffici fiscali si trovavano nell'attuale Piazza Dogana.
Oltre alle attuali Chiese ve ne erano molte altre oggi scomparse, vale la pena ricordare: Chiesa di San Giovanni, Di San Nicola (distrutta dal terremoto del1688), di San Giorgio a Porta Rufina, di San Vittorino,di San Potito, di Sant' Erasmo,di San Mauro, di Sant'Angelo, di San Paolo, di Santa Maria de Zitis e la Vecchia chiesa di San Modesto nei pressi dell'Arco del Sacramento all'altezza della Calata Olivella.
In città si entrava attraverso Porte importanti quali:Port'Aurea (Arco di Traiano), Porta Rufina, Port'Arsa, Porta Gloriosa, Porta Somma, Porta San Lorenzo o si entrava attraverso Purtusilli quali:Porta Scannelli nei pressi di Porta Somma, Porta Tanicari nei pressi del Triggio, Porta S. Ornato, Porta San Modesto, Porta San Potito, Porta Viscardi, Porta ad Sbarram.
quest'ultima era situata all'ingresso della città nei pressi della Rocca dei Rettori e vi si pagava la Cofra ( Dogana) su ogni tipo di mercanzia che entrava in città, secondo il Rerum Venalium ( Tariffario) fissato dal Rettore Besazzon.

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