Peppe era molto amato dai Beneventani e lui li
salutava tutti e per tutti aveva una battuta e una parola simpatica e chiamava
tutti per nome e cognome.
Giuseppe Sorice era nato ad Altavilla Irpina il 3
novembre 1924.
Dopo le scuole elementari, i genitori lo iscrissero
presso il collegio “La Salle”, dove si verificò il primo spiacevole episodio,
infatti nonostante fosse uno studente esemplare, ebbe un’accesa discussione con
un suo professore e in preda all’ira lo scaraventò dalla finestra. Per questa
sua azione, nonostante la sua giovane età fu condannato a circa sei anni di
reclusione. Quando uscì dal carcere la sua vita ormai era segnata e non potè
fare altro che lavorare con il padre che faceva il pastore. Anche in questo
lavoro si “distinse” molto. Diceva che le sue pecore fossero i suoi soldati e
come tali le comandava quando le portava in fila per due lungo il Corso
Garibaldi. Un giorno le portò addirittura a Piazza Roma ad assistere ad un
comizio politico e lo arrestarono di nuovo.
Nel 1956, l’anno in cui ci fu la fortissima nevicata e
a seguito della quale scarseggiava l’erba per far mangiare le sue pecore, portò
tutto il suo gregge davanti alla Prefettura, in segno di protesta, al fine di
ottenere un contributo per sfamare i suoi animali.
Era sempre in contrasto con le forze dell’ordine, in
particolar modo con i vigili urbani dell’ epoca; un giorno uno di essi, vedendo
che le sue pecore pascolavano nel centro della Città, cercò di sequestrarne
una, ma Peppe reagì a modo suo colpendo il vigile con la sua “piroccola” e lo
mandò all’ospedale. Proprio per il suo carattere irascibile, negli anni
collezionò varie condanne, tutte per rissa.
Come abbiamo visto non aveva studiato molto, ma
conosceva a memoria molte opere, dalla Divina Commedia alla storia dei Paladini
di Francia, dall’ Iliade all’Odissea. Versi che amava recitare spesso alle
persone che incontrava. Durante le sue giornate al pascolo portava sempre con
se alcuni libri che amava leggere in solitudine e quando per strada incontrava
degli studenti che tornavano da scuola e gli chiedevano di aiutarli a fare i
compiti lui lo faceva sempre molto volentieri.
Grazie alla sua cultura fu invogliato dai Beneventani
a partecipare ai provini del noto programma di Mike Bongiorno "Lascia o
raddoppia", il provino lo superò brillantemente ma sempre a causa del suo
carattere irascibile ebbe un diverbio con il personale della produzione e venne
espulso.
Negli anni ’70, quando ormai non aveva più le sue
pecore, si sedeva davanti all’uscio di casa, al Vico I° Trescene, e leggeva i
suoi amati libri. Spesso chiamava “a rapporto” i bambini che giocavano lì in
strada e raccontava loro delle gesta eroiche di Orlando e Rinaldo o di qualche
altro eroe delle opere che lui tanto amava. Alla fine degli anni ottanta lo
incontravo spesso sotto la Camera di Commercio, anziano e malato, mi chiedeva
la solita sigaretta e mi raccontava per l’ennesima volta la storia della mia
famiglia. Morì nel luglio del 1990 …
Tutti i Beneventani, sia giovani sia anziani, almeno
una volta nella loro vita hanno sentito parlare di Peppe Sorice detto ‘o
Piglianculo e sarà ricordato per sempre come il più grande personaggio popolare
della nostra Città
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