Molti mi chiedono e si chiedono dove era situata con precisione la Vecchia Chiesa di San Modesto.
Per la ripida rampa, a sinistra delle Orsoline, scendendo giù nella via G.B. Bosco Lucarelli, già via San Modesto. Sulla pianura, in fondo alla piazzetta, si elevava la parrocchia di San Modesto.
Verso il 649, Duda Parda, nobil dama Beneventana, fece erigere in onore di San Modesto, una chiesa per depositare il sacro corpo, donato da papa S. Gregorio al duca longobardo Arechi. Vi eresse quindi, al lato, anche un monastero di Benedettini, del quale fu primo abate Bentogrado o Bentigrado, zio del duca Grimoaldo, che divenne poi , re d' Italia. Il tutto occupava un' area molto vasta della zona , infatti si protraeva fino alla Calata Olivella. L'Abazia aveva stemma proprio e gli abati ebbero molta autorità in Benevento e dovunque.
Tutta la costruzione è scomparsa definitivamente quando alla Società Elettrica del Sannio le fu concesso di abbattere il tutto per costruirvi la sua Officina e gli uffici di amministrazione.
Dalla Chiesa di San Modesto aveva inizio la cosiddetta Città Nuova (Triggio) che si protraeva fino a Port'Arsa, fatta costruire dai Longobardi e racchiusa nelle mura disegnate da Arechi, includendo anche il Teatro Romano. Fu appellata Nuova per distinguerla dalla Vecchia, esistita all'epoca Romana sullo stesso posto. Il Triggio era uno dei posti più caratteristici di Benevento formato da casupole con piccole finestre e balconcini, con scalette esterne, vicoli angusti e semi oscuri, dove viveva il Popolo sempre allegro e spensierato. Qua e là slarghi e piazzette dove si riunivano le persone sempre festanti. Solo gli "stranieri" del rione non venivano visti di buon occhio e se qualcuno suo malgrado era costretto a passare per quei vicoli diveniva oggetto di fischi e pernacchie, a tal proposito c'è un vecchio proverbio Beneventano che dice: Chi passa p' 'u triggio e nunn' è criticato, 'e triggiaiuole o stanno 'ncarcerate o stanno màlate.
Per la ripida rampa, a sinistra delle Orsoline, scendendo giù nella via G.B. Bosco Lucarelli, già via San Modesto. Sulla pianura, in fondo alla piazzetta, si elevava la parrocchia di San Modesto.
Verso il 649, Duda Parda, nobil dama Beneventana, fece erigere in onore di San Modesto, una chiesa per depositare il sacro corpo, donato da papa S. Gregorio al duca longobardo Arechi. Vi eresse quindi, al lato, anche un monastero di Benedettini, del quale fu primo abate Bentogrado o Bentigrado, zio del duca Grimoaldo, che divenne poi , re d' Italia. Il tutto occupava un' area molto vasta della zona , infatti si protraeva fino alla Calata Olivella. L'Abazia aveva stemma proprio e gli abati ebbero molta autorità in Benevento e dovunque.
Tutta la costruzione è scomparsa definitivamente quando alla Società Elettrica del Sannio le fu concesso di abbattere il tutto per costruirvi la sua Officina e gli uffici di amministrazione.
Dalla Chiesa di San Modesto aveva inizio la cosiddetta Città Nuova (Triggio) che si protraeva fino a Port'Arsa, fatta costruire dai Longobardi e racchiusa nelle mura disegnate da Arechi, includendo anche il Teatro Romano. Fu appellata Nuova per distinguerla dalla Vecchia, esistita all'epoca Romana sullo stesso posto. Il Triggio era uno dei posti più caratteristici di Benevento formato da casupole con piccole finestre e balconcini, con scalette esterne, vicoli angusti e semi oscuri, dove viveva il Popolo sempre allegro e spensierato. Qua e là slarghi e piazzette dove si riunivano le persone sempre festanti. Solo gli "stranieri" del rione non venivano visti di buon occhio e se qualcuno suo malgrado era costretto a passare per quei vicoli diveniva oggetto di fischi e pernacchie, a tal proposito c'è un vecchio proverbio Beneventano che dice: Chi passa p' 'u triggio e nunn' è criticato, 'e triggiaiuole o stanno 'ncarcerate o stanno màlate.
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