domenica 31 ottobre 2021

Il Tempio di Iside e il Bue Apis


Molti anni fa, su viale San Lorenzo affioravano alcune colonne di granito grigio, che fecero supporre il quel posto l’esistenza del Tempio di Iside (Iamalaio), eretto invece nella zona monumentale dell’Arco di Traiano (come ci racconta in suo libro Zazo). Il tempio fu costruito all’epoca di Domiziano, il quale inviò due obelischi di granito rosso, di provenienza egizia, che ne adornavano la facciata: furono eretti nell’ 89 da Lucillo Rufo in omaggio dell’imperatore.

Uno degli Obelischi si trova ora in piazza Papiniano, dove fu collocato nel 1872, essendo stato rimosso dalla primitiva sede accanto alla Cattedrale. L’altro è conservato in tre pezzi nel Museo Provinciale.

E’ da credere che il Bue Apis, sistemato a viale San Lorenzo, faccia parte di questo complesso. Ma la provenienza della statua è molto strana, perché fu rinvenuta a contrada Maccabei, dove rimase a lungo, finchè il Comune per dare lavoro agli operai disoccupati, ne decise il trasporto in Città nel 1629. Gli operai ebbere il lauto salario di un chilo di pane ed una cipolla. L’epigrafe che vi posero scambia l’incarnazione di Osiride con il Toro Egemonico dei Sanniti antichi. Nel Tempio erano collocate delle bellissime statue, ora al Museo Provinciale, tra cui una cista mistica di porfido rosso.

La cista è un recipiente di forma cilindrica e dotato di coperchio, in uso durante l’antichità per contenere oggetti di toletta o di abbigliamento sia maschile che femminile.

Oltre che oggetto di vita quotidiana molto diffuso, ricopriva anche una funzione rituale legata ai Culti Dionisiaci: era chiamata cista mystica, e veniva utilizzata per contenere i serpenti sacri da impiegare durante i riti per la divinità.



 

Nessun commento:

Posta un commento