domenica 31 ottobre 2021

Il terremoto del 23 novembre 1980

 


Il 23 novembre, ricorre l’ anniversario del terremoto in Irpinia, ma anche il nostro Sannio fu duramente colpito.

Quel giorno il 23 novembre era di domenica, ed era stata una giornata fredda, ma soleggiata, era trascorsa in modo   tranquilla, come tutte le domeniche dei Beneventani, pranzo, partite alla radio, più tardi qualcuno era uscito a fare qualche visita ai parenti, qualcuno era andato al cinema, chi al Massimo, chi al San Marco e chi al Comunale  … ma poiché era calata una fitta nebbia, la maggior parte delle persone era rimasta in casa a vedere 90° minuto e dopo, alle 19,00, tutti su Rai 2 per vedere un tempo di una partita di serie A, quel giorno davano Juve- Inter.

Alle ore 19,34 un boato interminabile, simile ad un esplosione, cambiò la vita di tutti noi.

La prima reazione fu di guardarsi attoniti, senza comprendere bene cosa stesse accadendo, ma quando si prese coscienza che era una forte scossa di terremoto, fummo presi tutti dal panico, e tra mille difficoltà ci riversammo in strada, ma non fu facile per nessuno soprattutto per le persone anziane che avevano anche problemi di deambulazione. Quegli attimi sembrarono interminabili, si vedevano pareti che si avvicinavano e poi si allontanavano, soprammobili che cadevano, lampadari che oscillavano … tutto tremava e tutto sobbalzava.  Dopo ben 90 secondi tutto ebbe fine, ma nessuno di noi poteva immaginare che quello era invece l’inizio di lungo ed interminabile calvario.

Intanto si assisteva a scene di panico: chi urlava, chi imprecava, chi andava alla ricerca dei propri cari … la cosa che mi è rimasta impressa è che ognuno ad alta voce voleva raccontare la propria esperienza e di come l’aveva vissuta. La notte che seguì fu interminabile: dormimmo, come tutti, in auto, nelle vicinanze delle proprie abitazioni, nella 126 di mia madre , oltre a lei, stavamo mia nonna mia sorella ed io. Mettemmo le auto tutte vicino in modo da sentirci più uniti, quella catastrofe, in quel momento, aveva rafforzato il rapporto fra le persone. Tutti si preoccupavano di tutti, le frase più frequente che tutt’ora affiorano alla mia mente erano: “Serve una coperta?”, “ Volete qualcosa di caldo?”, “ Vi accompagno io a casa se dovete prendere qualcosa”. Intanto iniziavano a giungere le prime drammatiche notizie, si iniziava a parlare di morti e di paesi dell’alta Irpinia completamente distrutti; il tutto contornato da uno sciame sismico (centinaia di scosse di assestamento) che sarebbe durato giorni e giorni. Io e la mia famiglia il giorno successivo rientrammo a casa, fortunatamente i danni non furono così ingenti. Feci un giro per la mia Benevento e mi resi conto della situazione, c’erano famiglie accampate da tutte le parti, un grande punto di ritrovo lo avevano fatto dietro allo stadio Santa Colomba dove stavano migliaia di persone che erano scappate da casa solo con i panni che avevano addosso ed avevano bisogno di tutto. Danni ingenti ai fabbricati non ve ne erano stati, eccetto il palazzo dove sta Verdino, sotto le scalette strette, che aveva il tetto ed i cornicioni crollati.

Intanto le immagini dei TG mostravano un disastro senza precedenti, di lì a poco il bilancio sarebbe stato drammatico: Terremoto di magnitudo 6,9/7, pari al 10° grado della scala Mercalli, con epicentro la Campania e la Basilicata. Causò circa 280.000 sfollati, circa 9.000 feriti e 2914 morti.


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