Benevento,
come ogni città che si rispetti aveva le sue figure popolari. Tutte diverse, ma
ognuno di loro aveva qualcosa che colpiva la fantasia. Analfabeti o colti,
signori o popolani, tutti avevano un qualcosa che li rendeva unici.
Oggi
parleremo di Menechino. Egli era di chiara origine contadina ed era solito
sostare nei pressi del palazzo Collenea. Indossava dei calzoni che gli stavano
molto corti ed aveva una giacca che gli stava molto larga, come gli stava largo il suo cappello, che era
lo strumento della sua attrazione, infatti non appena qualcuno gli
gridava:”Gira Menechì, gira” egli iniziava a saltellare, afferrava il cappello
per la falda e senza sollevarlo dalla testa lo faceva girare più volte, fra le
risate degli astanti che però, gli lasciavano sempre qualche moneta per
l’esibizione. Sia d’estate che d’inverno Menechino girava sempre scalzo, i suoi
piedi nudi posavano sulla pietra gelida, bagnata o bollente, a secondo delle
stagioni, ma lui non avvertiva nessun tipo di sensazione, sotto la pianta dei
piedi si era formata una suola naturale di spessi duroni. Una volta che una
persona pietosa tentò di regalargli un paio di scarpe, le rifiutò sdegnato: “
Che vuliss fa?” disse “vuliss mett i pied mie Carcerat?”.
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